L’ultima settimana di settembre

Un road-movie di Gianni De Blasi tenero e dolente che è anche un confronto generazionale!

Domenica 20 ottobre

ore 18 e 21

21-22-23 ottobre 

ore 21

Pietro e Mattia sono nonno e nipote. Il primo è un ex scrittore di successo in depressione, che il giorno del suo compleanno sta per suicidarsi. D’un tratto riceve una telefonata inattesa e apprende la più terribile delle notizie. Riguarda sua figlia e suo genero. Mattia è un ragazzo sensibile, che conosce poco suo nonno, eppure sarà lui a dargli la triste notizia. Il futuro appare più nero che mai, ma è tutto da capire: a chi verrà affidato Mattia? Per rispondere a questa domanda, farà un viaggio con il nonno, insieme doloroso, divertente e fondamentale per entrambi.

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Lo si intuisce dalla prima scena, con Diego Abatantuono intento a ingurgitare pillole per suicidarsi. Interpreta Pietro Rinaldi, ex scrittore di successo rimasto vedovo che si è stancato di vivere. La telefonata che nessun genitore vorrebbe ricevere paradossalmente lo salva, catapultandolo suo malgrado nella vita dello sconosciuto nipote Mattia. La fine diventa un nuovo inizio nel costante confronto di due generazioni diverse in quello che diventa presto un “on the road” sentimentale su un’auto d’epoca. 

È il primo lungometraggio che firma Gianni de Blasi, tratto dall’omonimo romanzo di Lorenzo Licalzi trasposto sullo schermo dallo stesso regista insieme a Pippo Mezzapesa e Antonella Gaeta. Un viaggio soprattutto interiore, emotivo, pervaso di tristezza, eppure mai privo di ironia, il cui tono si staziona sull’agrodolce delle emozioni trattenute e delle parole mancate. Un road-movie tenero e dolente che è anche un confronto generazionale. Nonno e nipote non si conoscono, la loro convivenza è forzata, per diventare ricercata c’è bisogno di un progressivo quanto lento avvicinamento. In questo la scrittura mostra grande sobrietà, misura e morbidezza, mettendo in fila le piccole mosse di ogni giorno capaci di costruire la forza mai scontata di un legame. 

Il tema dell’elaborazione del lutto è sviluppato rispettando e rispecchiando i tempi dei singoli personaggi, di cui colpiscono i silenzi complici, le attese seduti anche a non dirsi niente, un modo realistico per descrivere la condivisione (im)possibile di un indicibile dolore personale. Il resto lo fanno i suggestivi paesaggi pugliesi e ovviamente gli attori, convincenti e con un’alchimia evidente, capace di valicare lo schermo.

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